Autore:
Ervin LaszloPier Mario Biava
ISBN: 9788867730841
Categorie: Medicina, Naturopatia, Rimedi Naturali
Pagine: 202
In questo libro, Ervin Laszlo e Pier Mario Biava
svelano il futuro olistico della medicina e mostrano
come non sarà più necessario considerare la terapia
del cancro o di altre malattie degenerative una “battaglia”,
quanto piuttosto un ripristino della programmazione
originaria delle nostre cellule.
Oggi, con l’avvento della Medicina Informazionale,
siamo in condizione di programmarci per la guarigione.
In questo libro gli autori spiegano come la crescita tumorale e le disfunzioni cellulari siano manifestazioni di disconnessioni nella rete informazionale dell’organismo. Presentando l’innovativa ricerca del dottor Biava sui fattori di crescita e differenziazione delle cellule staminali (SCDSF), viene descritto come questi fungano da regolatori epigenetici per riconnettere le cellule sfuggite alla rete informativa dell’organismo e per riprogrammarle in modo che possano riprendere il loro funzionamento originario.
Le ricerche del dottor Biava sugli SCDSF si sono dimostrate efficaci nella riprogrammazione e nell’inibizione delle cellule cancerose nel corso di studi clinici su pazienti con tumore al fegato in stadio avanzato, come pure in una serie di studi in vitro su sette diverse linee tumorali umane. Gli SCDSF hanno evidenziato effetti promettenti anche nella terapia di patologie croniche come la psoriasi e le malattie neurodegenerative. Queste ricerche permetteranno inoltre di sviluppare nuovi metodi di cura per l’Alzheimer, il Parkinson e la sclerosi multipla.
Ervin Laszlo e Pier Mario Biava mostrano come la concezione “informazionale” del mondo possa essere applicata alla guarigione e alla medicina e, nello specifico, come sia alla base di un nuovo approccio rivoluzionario nel trattamento del cancro e delle malattie, un approccio che opera in concerto con il codice epigenetico – l’insieme di informazioni che programmano il funzionamento e la crescita di ogni cellula vivente.
Prefazione di Deepak Chopra
È tipico di ogni scoperta ritrovarsi svegli di notte, riprendersi dall’eccitazione del passo avanti compiuto e dirsi: “Se ho ragione, questa intuizione cambierà tutto”. Eppure, il più delle volte questo non accade. Se la scoperta finisce per essere accettata, si può magari avere la fortuna di veder cambiare alcune cose.
Le idee perorate in questo nuovo libro di Ervin Laszlo e Pier Mario Biava sono straordinarie, perfino in uno scenario soggetto a rapidi cambiamenti, dove la scienza riesamina sotto ogni aspetto concetti consolidati da tempo. Il concetto innovativo di “in-formazione” ha potenzialmente la facoltà di cambiare tutto, per davvero. È probabile che la prima risonanza mediatica data alla scoperta descritta in queste pagine sarà focalizzata sul cancro. I risultati clinici ottenuti su pazienti affetti da tumore al fegato in fase avanzata e descritti nella Seconda parte sono sorprendenti, tuttavia vorrei soffermarmi per un momento sulle più vaste implicazioni dell’“in-formazione”, poiché di fatto, per quanto promettenti, le terapie anticancro e tutte le altre applicazioni mediche illustrate in questo libro sono solo un accenno a un cambiamento di paradigma che potrebbe scardinare l’idea di realtà comunemente accettata.
La realtà “reale” non costituisce un problema per il 99 per cento degli scienziati operativi o per una consistente percentuale di non scienziati, poiché costoro hanno escogitato un espediente per far scorrere la vita quotidiana lungo binari ben consolidati. Scienziati e non, si barcamenano allo stesso modo nella quotidianità, fidandosi dei cinque sensi, ovvero dando per scontato il mondo fisico “là fuori”. Si tratta di un escamotage, poiché più di un secolo fa la rivoluzione quantistica aveva fatto svanire il mondo fisico concreto, ben delineato e solido, negando una volta per tutte ciò che viene comunicato dai cinque sensi e la convinzione che cose minuscole (atomi e molecole) si aggreghino per formare cose immense (stelle e galassie).
Questa scoperta, soggetta a infinite descrizioni fin dall’era pionieristica di Einstein, Heisenberg, Schrödinger e dei loro brillanti colleghi, è stata messa da parte dalla vita quotidiana. L’intero universo può anche svanire in una dimensione invisibile priva di tempo, spazio, materia ed energia, ma che ovviamente non è percepibile quando andiamo al lavoro in auto o contempliamo un tramonto. La continuità del mondo che occupiamo ogni giorno mette a dura prova qualsiasi teoria astrusa sulla realtà. Questo è vero ancor oggi, a distanza di decenni da quando l’eminente astronomo e fisico Sir Arthur Eddington osservava ironicamente: “È difficile per il fisico pratico accettare l’idea che il sostrato di ogni cosa sia di natura mentale”. E la scienza operativa, compresa la medicina, ha voltato le spalle all’intuizione di un altro illustre fisico, Sir James Jeans, che vale la pena di citare per esteso: “L’universo comincia a somigliare più a un grande pensiero che non a una grande macchina. La mente non appare più come un intruso che accidentalmente è entrato nel regno della materia […] dovremmo invece salutarla come creatrice e governatrice di tutto questo regno”.
Laszlo e Biava ci riportano direttamente a questa intuizione, e la probabilità che il loro libro possa cambiare tutto è dovuta al fatto che forniscono un accesso alla vita quotidiana. I due autori dispongono delle prove cliniche per ribaltare la convenzione comunemente accettata in base alla quale saremmo macchine biologiche che in qualche modo hanno imparato a pensare, mentre in realtà siamo menti che hanno imparato come creare un corpo.
Gli autori di questo libro evocano il compianto fisico britannico David Bohm, che ha trascorso la propria carriera sostenendo che l’ordine visibile osservabile nell’universo creato, dal livello di attività quantica fino alle forme più evolute, incluso il DNA umano, è controllato da un invisibile principio organizzatore di forza. Questa istanza invisibile esiste al di fuori del tempo e dello spazio, ma informa ogni struttura all’interno della creazione, e per definirla Bohm aveva concepito il termine “in-formazione”. Pur essendo un’idea affascinante – tutto il libro è dedicato a dimostrare nei minimi dettagli quanto Bohm avesse ragione –, aveva incontrato diffusa resistenza fra i suoi colleghi fisici.
A prescindere dal puro e semplice pregiudizio e dalla pigrizia mentale, i motivi di questa ostilità si riducevano a una discordanza rispetto a ipotesi accettate da tempo, che costituivano una sorta di muraglia cinese contro la visione di Bohm. Una di queste ipotesi è che la materia sia più reale della mente, un’altra che la realtà debba essere scomposta in unità misurabili. Di fatto, Bohm non era in grado di indicare una forza misurabile, né di offrire una qualsiasi prova materiale dell’in-formazione. Intellettualmente parlando, la sua alleata principale era la logica negativa. Senza in-formazione non esisteva alcuna via percorribile per spiegare le interconnessioni delle forme in evoluzione nell’universo e la strabiliante complessità del loro progetto. Ma la fortuna non era dalla sua parte in un contesto in cui “progetto” era diventato per la scienza una parola avvelenata grazie a reazionari fondamentalisti religiosi.
Libri interi erano stati dedicati al rapporto fra mente e materia, a come si era formata la coscienza e alla direzione in cui si sta evolvendo l’universo insieme alla vita sulla Terra. Biava e Laszlo hanno preso una decisione saggia scegliendo di parlare agli altri scienziati, compresa la comunità medica, in termini già comunemente accettati: scendono infatti dalla scala della filosofia e presentano prove concrete. Di certo, questa è la strada giusta per il momento. La muraglia cinese che aveva tenuto isolato Bohm fino alla sua scomparsa nel 1992 non crollerà fino a quando la coscienza non verrà seriamente considerata un possibile oggetto di ricerca, poiché i termini che Bohm aveva dovuto usare per comunicare – mente, materia, forza, entità e così via – sono elementi fuorvianti quando la “reale” realtà è la coscienza.
Questo libro non è il primo a fondare le proprie idee sull’antica consapevolezza che i due mondi, quello “qui dentro” e quello “là fuori”, sono completamente creati a partire da e per opera di una coscienza che, pur cambiando incessantemente, mantiene sempre un livello di continuità. Non importa quanto possano apparire diversi fra loro una stella, una lumaca marina, una felce arborea e un neonato; ciascuno di essi è una modifica di qualità innate che sono inerenti alla coscienza: intelligenza, autoconsapevolezza, creatività, evoluzione e interezza. Tutti questi attributi sono impliciti nel termine “in-formazione”, poiché questo è il mezzo attraverso il quale ogni qualità della coscienza viene resa manifesta.
L’in-formazione è il collante invisibile che impedisce al nostro corpo di volare via in una nube vorticosa di particelle caotiche disorganizzate, sospinte dal vento come una tempesta di polvere. Sotto un certo aspetto, l’esistenza dell’in-formazione è evidente, e si prova dunque sconcerto nel guardarsi intorno e vedere un materialismo fatiscente, antiquato già un secolo fa, persistere tuttora come atteggiamento di default nella stragrande maggioranza. Laszlo e Biava hanno dato un contributo importante al cambio di paradigma che arriverà inevitabilmente, e quando arriverà, entrambi meriteranno ampio riconoscimento su tutti i fronti.
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